il flauto
dolce
Cos'è e com'è composto

l flauto dolce (detto anche flauto a becco o flauto diritto) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni[1]. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte.
Come il flageolet e il tin whistle, appartiene alla famiglia dei flauti dritti, in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto labium): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del labium mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento. Il flauto dolce si suona tenendo lo strumento frontalmente, a differenza del flauto traverso che si tiene orizzontale, e soffiando nel becco con le labbra. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze: i flauti più lunghi hanno un suono più grave, i più corti hanno un suono più acuto.
Ha in tutto otto fori, sette sul lato anteriore e uno su quello posteriore; dei sette anteriori, i tre superiori si aprono e si chiudono con indice, medio e anulare della mano sinistra e i quattro inferiori con indice, medio, anulare e mignolo della mano destra. Il foro posteriore si apre e si chiude con il pollice della mano sinistra; viene lasciato chiuso per ottenere le note dell'ottava inferiore e scoperto parzialmente o totalmente per quelle dell'ottava superiore. Il mignolo della mano sinistra ed il pollice della destra non vengono usati (il pollice destro regge lo strumento). Il foro più basso è disallineato rispetto agli altri, per poter essere agevolmente raggiunto dal dito mignolo; nei flauti rinascimentali, in luogo del foro più basso venivano praticati due fori alla stessa altezza, in posizione simmetrica, per permettere un eventuale uso con le mani invertite (la destra in alto, la sinistra in basso): il foro non utilizzato era sigillato con la cera. Per alzare di un semitono le note più gravi è necessario tappare i fori più bassi solo a metà: nel XVIII secolo, per rendere più precisa l'intonazione delle note basse alterate, il foro più basso e quello sopra di esso furono sdoppiati in due fori ravvicinati, come si vede nei flauti dolci di costruzione moderna.